Partita anche nel nostro paese l’asta per l’assegnazione delle frequenze mobili del futuro: l’elemento chiave non è la velocità, ma la bassa latenza.
Siamo sulla soglia della guida artificiale, ma la porta è ancora chiusa. Anche in Italia si è chiuso il primo round dell’asta per le frequenze del 5G. Telecom, Vodafone, Wind-Tre, Fastweb e Iliad si contenderanno la disponibilità delle nuove reti mobili capaci, solo loro, di far viaggiare i sistemi di automazione che troveranno spazio a bordo delle auto.
La sfida di domani è gestire una mole di dati sempre maggiore, più dispositivi connessi, maggiore affidabilità e sicurezza. Tradotto, significa creare le basi per mettere efficacemente in rete i sistemi di bordo dei veicoli, renderli capaci di dialogare tra loro, con l’infrastruttura e con ogni dispositivo del mondo esterno. Non è un caso che si parli di Cellular Vehicles-to-Everything. Portando esempi concreti,è la realt? dell’Internet delle cose.
Entro il 2025 la Germania vuole essere al passo con le potenzialità offerte dalla rete 5G, con tutte le principali arterie e almeno 20 grandi città coperte da questo servizio. Il consorzio 5G Automotive Association raggruppa da un lato marchi del calibro di Intel, Qualcomm, Huawei, Ericsson, Nokia, specialisti in ambito ICT (Information & Communication Technology), dall’altro vede le case automobilistiche, il gruppo Audi, il gruppo BMW e il gruppo Daimler, ma porta resta aperta a chiunque vorrà entrare e farne parte, per sviluppare, testare e promuovere le soluzioni di comunicazione della mobilit? connessa e l’integrazione con le smart cities.
In termini molto semplici, il passo in avanti che si potrà però compiere con una rete 5G è quantificabile in una velocità di scambio dati 10 volte superiore all’attuale 4G.
In gioco c’è però una rivoluzione, una tecnologia “abilitante” che apre infinite opportunità. Le attuali connessioni 4G offrono velocità fino a 40 megabit al secondo, ma il 5G nasce per consentire uno scambio di dati 300 volte più rapido, fino a 15 gigabit. Ma il vero punto di svolta sta nella latenza, il tempo di risposta ad una richiesta sulla rete, che passa da 100 a 3 millesimi di secondo.
L’accesso alle informazioni promesso è istantaneo, e questo sarà il fattore abilitante di tutti i veri servizi di guida autonoma. Le vetture potranno contare su reazioni immediate ogni volta che interrogheranno le mappe o infrastrutture stradali per ottenere i dati necessari a gestire le situazioni che le circondano così come e gli imprevisti. Solo attraverso il 5G la guida autonoma può avere la stessa prontezza di riflessi di un un automobilista in carne ed ossa.
fonte auto.it